Bruno Crocetti: un’esperienza autenticamente gorizianaEra una affermazione di quella laicità alla quale teneva tanto quale forma privilegiata di libertà da ogni condizionamento ideologico.
|
Alcuni mesi fa, a due anni dalla comparsa del male, Bruno ha chiuso, in anticipo ma in grande compostezza, la sua presenza terrena. Nella cerimonia funebre ma anche nei giorni e mesi successivi, è maturata la convinzione tra diverse persone e soggetti istituzionali di fare memoria della sua esperienza con alcune specifiche iniziative che possano trasferire i tratti essenziali della sua esperienza ritenendola molto caratteristica per la sua “gorizianità”. Fatta esclusione infatti delle grandi doti intellettive che costituiscono un dono ricevuto anche se sviluppato con la propria personale dedizione, Bruno si è fatto apprezzare anzitutto nella sua professione di Ingegnere civile, svolta per diversi anni solo parzialmente in quanto anche insegnante, poi negli ultimi venti da libero professionista. Per le sue doti di fermezza e moderazione nei modi e nei rapporti, venne eletto nel Direttivo dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Gorizia fin dai primi anni ’80, assumendo la carica di segretario prima e di Presidente pochi anni dopo, fino al 1994, quando, accettando la proposta di candidarsi a Sindaco di Gorizia, si dimise per evitare ogni strumentalizzazione. Era una affermazione di quella laicità alla quale teneva tanto quale forma privilegiata di libertà da ogni condizionamento ideologico, da qualsiasi verità imposta dogmaticamente, per lasciare ogni persona libera avanti a se stesso ed agli altri nel rapporto faticoso ma anche appassionante di trovare pur sempre le ragioni della convergenza rispetto al conflitto. Nella sua non breve esperienza scolastica, all’Istituto per geometri “Enrico Fermi”, trasferì con riconosciuta capacità e dedizione proprio questa sua propensione a creare spiriti liberi, affinchè anche la conoscenza, in questo caso scolastica, potesse venire assunta come strumento essenziale per sviluppare autonomia e responsabilità. Pacatezza nei toni, severità nei giudizi e nei comportamenti, seppur indirizzati alla migliore maturità dei suoi interlocutori, studenti anzitutto ma anche colleghi: i tratti della sua gorizianità si erano già fatti sentire ed apprezzare. Vena artistica non gli mancava: quella del disegno e delle vignette satiriche, le suonate allegre sul pianoforte, il coinvolgimento nelle attività artistiche che amici stavano sviluppando in città e nel territorio provinciale e regionale dove intratteneva rapporti anche in ambito professionale e scolastico: era l’interesse per la bellezza, quella interiore come quella del creato e delle creazioni degli uomini, senza pregiudiziali. Su queste basi si trovò “naturalmente” ad aderire e collaborare alla lista civica che nel 1993 si andò formando in città in vista delle elezioni comunali del 1994, le prime con l’elezione diretta o al ballottaggio del Sindaco e della maggioranza che lo sostiene; lista che aveva i precisi connotati anticipatori del civismo orientato verso sinistra più che verso la destra e che pertanto avrebbe trovato alleanza possibile con le forze politiche di quello che adesso si può definire il centro sinistra.
All’unanimità i candidati al Consiglio Comunale della lista civica chiesero a Bruno Crocetti di assumersi la candidatura a Sindaco: accettò senza riluttanza con lo spirito di chi sentiva bene che ogni autorevole appello all’impegno per il bene della comunità, soprattutto in politica, ha bisogno di uomini e donne che si rendano disponibili ad un servizio faticoso, logorante, quasi mai o comunque poco apprezzato, in quella insopportabile cappa di qualunquismo che confina tutti i “politici” a persone interessate esclusivamente alla “poltrona”. La sua attiva presenza per oltre vent’anni nello scenario politico locale e regionale, prima nell’Ulivo, poi nella Margherita ed infine nel Partito Democratico, è stata coerente alla sua identità culturale e politica non schematizzabile ideologicamente in quanto sempre aperta al dialogo ed al confronto ma sui contenuti, sui problemi della comunità e sulle soluzioni possibili: anche negli ultimi mesi, costretto sul carrozzino e poi a letto, manifestava con lucidità la convinzione che Gorizia “va amata senza condizioni”, per usare un termine utilizzato dal suo amico don Renzo Boscarol ricordando il Sindaco Michele Martina, al quale era legato da reciproca stima ed affetto. Prima viene Gorizia, dopo le sue parti compresi i partiti. Al fondo, la sua gorizianità si espressa quindi in una varietà di espressioni riconducibili forse unitariamente nella sua umanità, mai fatta di slanci appassionati ed espressioni colorite, tantomeno aggressive; la sintesi la si rintraccia nei due anni di malattia e grande sofferenza condivisa con la moglie Veliana come in un percorso di accettazione e di valorizzazione dell’unione famigliare più sincera ed autentica, al quale innumerevoli amici e conoscenti hanno assistito con ammirazione e riconoscenza.
data di pubblicazione:
31-12-2016
autore: Nicolò Fornasir | fonte: Nuova Iniziativa Isontina n.72 | tema: PERSONALITÀ
|
||