Il terribile passaggio della Prima Guerra Mondiale sul Goriziano ha lasciato ferite profonde tra la popolazione e sul territorio, colpendo alla cieca uomini e cose, devastando luoghi e comunità. Non sono stati risparmiati da questo furore molti degli edifici di culto che si trovavano sulla linea del fronte o nelle sue immediate vicinanze.
Per le comunità cristiane, le chiese sono significativi punti di riferimento. La loro distruzione completa o l'aver subito danni tali da renderle inagibili costituiscono un vulnus che si è cercato presto di rimarginare. Subito dopo la guerra, al fine di favorire la ricostruzione e la riparazione degli edifici di culto, viene istituita l'Opera per il Soccorso delle Chiese distrutte, operante a livello italiano su tutto l'arco del fronte, dalla montagna trentina fino all'Isonzo.
A cento anni dalla Guerra è parso significativo recuperare la storia di questi edifici, intimamente connessi con quella delle nostre comunità. Al fine di quantificare con precisione i danni subiti e le modalità con cui questi sono stati superati, l’associazione internazionale “Concordia et Pax”, dal 2014, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Gorizia, gli Archivi di Stato di Gorizia e di Trieste, grazie al determinante contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, ha promosso quindi l’avvio di una ricerca storica sull’impatto della Grande Guerra sul territorio dell’arcidiocesi di Gorizia, affidata a due ricercatori goriziani (Marco Plesnicar ed Ivan Portelli). Al progetto hanno aderito diversi istituti culturali dell’Isontino: l’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei, l’Istituto di storia sociale e religiosa, la Società Cormonese “Austria”, la Società Filologica Friulana.
Questo lavoro di ricerca, realizzato attraverso l'analisi di fondi archivistici ancora in larga misura non studiati o addirittura non inventariati, ha permesso l'avvio di un vero e proprio censimento delle chiese danneggiate e distrutte durante la guerra, e della loro (eventuale) ricostruzione. Per garantire una maggior fruizione possibile di questi dati è stato realizzato un sito web (www.chiesedistruttegorizia. com) che nasce con lo scopo di fornire agli studiosi e ai semplici curiosi uno strumento utile e funzionale al veloce reperimento delle informazioni. Si tratta di un' operazione solo avviata, vista la vastità del materiale che si sta vagliando.
L'idea di un sito web piuttosto che di una pubblicazione tradizionale è parsa da subito la soluzione migliore sia per la possibilità del continuo aggiornamento dei dati che la tecnologia informatica permette, sia perché garantisce un accesso illimitato agli stessi dati.
Si è quindi scelto di partire proprio dalle chiese che sono le più significative testimonianze del vissuto socio-religioso nel contesto dell’organizzazione insediativa; le vicende legate al loro abbattimento e — soprattutto — alla loro riedificazione possono fornire dati preziosi alla conoscenza dell’arte, della cultura e della storia di questo nostro territorio di frontiera.
A ciascuna chiesa corrisponde una scheda identificativa che riassume in modo schematico, oltre ai dati descrittivi (località, titolo, date di edificazione e/o costruzione, ecc.), l’impatto degli eventi bellici, i conseguenti danneggiamenti, la ricostruzione storica dei processi di restauro o di ricostruzione nel dopoguerra, i precisi riferimenti archivistici delle fonti e dei fondi archivistici consultati con un link ai siti delle rispettive istituzioni archivistiche, una selezione di immagini, una sintetica bibliografia di base. Grazie al rifinanziamento del progetto da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, sarà possibile nei prossimi mesi aggiungere nuove schede e arrivare ad una traduzione in sloveno dello stesso sito web, per consentire una sempre maggior fruizione dello stesso e rafforzare quella dimensione plurale che caratterizza queste terre.