logo desktop
logo mobile
> HOME
:: CHI SIAMO
Storia, Finalità e Attività
Direttivo
Sostenitori
> ARCHIVIO PUBBLICAZIONI
:: NEWS E DOCUMENTI
Articoli e notizie
Documenti, cataloghi, brochure
> GALLERIE FOTOGRAFICHE
> EVENTI
:: CONTATTI
Comunica con noi
La nostra newsletter
Privacy policy
Cookie Policy


  • HOME
  • CHI SIAMO
    • Storia, Finalità e Attività
    • Direttivo
    • Sostenitori
  • ARCHIVIO PUBBLICAZIONI
  • NEWS E DOCUMENTI
    • Articoli e notizie
    • Documenti, cataloghi, brochure
  • GALLERIE FOTOGRAFICHE
  • EVENTI
  • CONTATTI
    • Comunica con noi
    • La nostra newsletter
    • Privacy policy
    • Cookie Policy
SELEZIONE CORRENTE:
HOME > Articoli e notizie:2018: un anno ricco di appuntamenti

2018: un anno ricco di appuntamenti

31-12-2017 autore: Renzo Boscarol | fonte: Nuova Iniziativa Isontina n.75 | tema: POLITICA
indice stampa

Politica che, per definizione, indica una scelta del bene comune come orizzonte irrinunciabile; esige l’ accoglienza del metodo del confronto e del dialogo ma anche della decisione

L’anno 2017 si è chiuso con l’annuncio che domenica 4 marzo saranno aperte le urne per il rinnovo della Camera dei Deputati e per il Senato.
Il nuovo anno, 2018, si annuncia pieno di appuntamenti.
Nel mese di aprile sono annunciate le elezioni regionali nel Friuli Venezia Giulia. Appuntamenti elettorali che sono poi appuntamento di fiducia e di responsabilità ma che avvengono in un momento di grave crisi politica e soprattutto della Politica, quella con la P maiuscola, cioè quella capace di pensare al bene comune nel rispetto della democrazia e della partecipazione.
Ha scritto una rivista qualificata: “Si apre una stagione di certa instabilità per non dire di caos, che mostrerà l’inadeguatezza della classe politica e logorerà ulteriormente diversi soggetti in campo. Il Paese ne sarà indebolito sul piano economico e nel suo ruolo a livello europeo ed internazionale, con buona pace per quanti predicando il No al referendum del 4 dicembre 2016 credevano di salvare l’Italia dall’autoritarismo”. Parte, anche se non rilevante, di responsabilità andrebbe attribuita alla riforma elettorale proprio in quanto di fatto ha imposto un ritorno alla prima repubblica. 
Saggezza insegna che non solo non esiste un sistema elettorale ideale; tutti possono funzionare quando appunto esiste ed è forte “la ragione politica”, la politica in una parola.
Politica che, per definizione, indica una scelta del bene comune come orizzonte irrinunciabile; esige poi l’accoglienza del metodo del confronto e del dialogo ma anche della decisione; una visione che privilegia nella società quelli che hanno di meno e sono ultimi; postula, ancora, un metodo che non prevede camarille e privilegi; infine, richieste scelte e capacità di stare insieme. “La comunità politica – af- ferma il Concilio (n. 74) – esiste in funzione di quel bene comune, nel quale essa trova significato e piena giustificazione e dal quale ricava il suo ordinamento giuridico originario e proprio.” E, poi, continuando, “Il bene comune si concreta nell’insieme di quelle condizioni sociali che consentono e favoriscono negli esseri umani, nelle famiglie e nelle associazioni il conseguimento più pieno della perfezione. … diri- gere le energie di tutti i cittadini verso il bene comune, non in forma meccanica o dispotica, ma prima di tutto come forza morale che si appoggia sulla libertà della coscienza e del compito assunto.”
Molti sono gli ostacoli per il conseguimento almeno intenzionale di tali intendimenti e progetti. Innan- zitutto, l’assenza nelle forze partitiche di u progetto, poi l’astensionismo che a sua volta sottolinea la rassegnazione e la mancanza di speranza oltre che la sfiducia in tutto ed in tutti. 
Sono le condizioni più facili per prevedere le non poche difficoltà del dopo-voto.
Dunque, l’astensionismo (in Sicilia è andato al voto poco meno del cinquanta per cento!) si supera al prezzo di alcune condizioni. La prima delle quali è che i partiti e le forze in campo si impegnino a
dimostrare con i fatti che il voto di ciascuno e di tutti hanno un obiettivo comune, quello di cambiare la politica del Paese. Guai a noi se dovesse prevalere il numero di coloro che sono convinti che andare o non andare al voto non ha una qualche influenza nel- la vita pubblica e anche personale, familiare, sociale.
Per rendere plausibile questa possibilità (ricucire la fiducia) occorre che partiti e gruppi che inten- dono chiedere il voto siano allo stesso chiari nelle loro proposte e che mettano in gioco non la loro sopravvivenza ma appunto il bene del Paese. Solo a questa condizione la gente potrà ritornare al voto e votare con consapevolezza. Non basta di sicuro – come sembra orientato il centro destra – riproporre una forma di ricomposizione perché tutti uniti si
vince; non pare sufficiente – sinistra radicale e postco- munista – né l’idea di recuperare il consenso dei non votanti (comunisti) e, tantomeno, porre la propria centralità di politici al centro di tutto in vista di eliminare altri concorrenti; infine – il centrosinistra- potrà ottenere consenso solo se torna a “mettere in connessione le ragioni della propria proposta politica con le ragioni (lavoro, scuola, sicurezza,sanità, stato sociale, cultura) del Paese”. Anche per la terza gamba,
– i pentastellati – non solo non è produttivo conti- nuare a percorrere alcune scorciatoie (aggressività e denigrazione dell’avversario sentito come nemico o ricorso alla legge della rete “mediata” dal leader deci- sivo comunque) nell’illusione di vincere da soli senza capacità di alleanza e dialogo.
Ritrovare le ragioni del pensare e del fare politica, rappresenta la sola condizione per cambiare la situa- zione. Puntare sull’area dello scontento e sull’om- brello della coalizione divisa comunque su tutto, potrà pagare? Andare da soli pensando di salvare se stessi comunque, ma cercando la delegittimazione altrui, va bene fino alle urne, ma dopo?
A livello nazionale e locale, soprattutto regionale, non è meno facile; una visione che è insieme euro- pea nei contenuti e nelle prospettive, torna ad essere attuale, così come interrogarsi proprio sulla funzione della specialità della Regione, piuttosto che disqui- sire sulle manchevolezze di qualche troppo timida riforma.
In discussione è la Regione come tale. La sua autonomia e la sua capacità di sciogliere i nodi della rappresentanza sul territorio in una visione non divisoria (Friuli - Udine e Trieste)
azzerando il resto a contorno. La gente andrà a votare solo a condizione che si dica qualcosa di coinvolgente per quanto riguarda lo stato so- ciale e la sanità, il lavoro dei giovani e la cultu- ra, ma dentro ad un quadro unitario che non sceglie il privilegio, impone la soppressione di enti inutili (e della burocrazia) e la privatizza- zione a tutti i costi. Sicurezza per il futuro
e certezza dello stato di diritto vengono al primo posto, insieme con il lavoro da
promuovere insieme con la dignità. Il voto sarà meno precario se si riesce a dire il nostro posto, certo con spirito unitario e unificante, nell’Europa dei popoli e delle comunità.
Da questo angolo di osservazione, ci sen- tiamo di mettere in campo tutto quello che ha caratterizzato il Goriziano. A incominciare con l’esigenza di riscoprire l’identità nel ricono- scimento dell’unica fratellanza di uomini e
di donne, di popoli e di persone che sanno costruire ponti ed abbassare montagne, che trasformano anche il confronto in un dialogo collaborativo e non in uno scontro. Al mo- mento in cui si riforma anche il modello dei servizi (sanità, Uti ma anche trasporti) e che rimette la cultura al centro di una trasforma- zione che sarà tale solo a condizione che abbia un concreta immersione nella cultura che di per sé è innovazione, non potrà che individua- re strade di risparmio e di valorizzazione del patrimonio che abbiamo a disposizione.
La spartizione del territorio regionale – sulla base di due centri (Udine e Trieste o Trieste e Udine) che non avendo voluto dialogare ma nemmeno tentare di farlo, ci impongono due università, due ospedali… – non eliminare    ci può convincere; e non solo perché Gorizia e la sua terra viene praticamente divisa e resa periferia.
Sta a noi, perciò, al Goriziano che vuole contare non per i numeri o i meriti del pas- sato ma sulla potenzialità dell’incontro della diversità (Gorizia e Monfalcone) e la capacità di rappresentare il territorio insieme anche con le componenti friulane e slovene, ifiutare tale prospettiva inaccettabile con proposte alter- native. E non potranno che essere proposte costruite insieme.
Appunto, appuntamenti da non mancare. 
tag redazionali
elezioni
RISULTATI SELEZIONE
ARTICOLI IN EVIDENZA
EVENTI E MANIFESTAZIONI

AZIONE CATTOLICA TRA MEMORIA E PROFEZIA - CENTO ANNI DI PRESENZA NELL'ARCIDIOCESI DI GORIZIA

STORIA

Il Sentiero della pace, un valore aggiunto

MORALE

Dalla Peste al Covid Gli interrogativi sull'esistenza umana provocati dalle pandemie del passato

ARTE E CULTURA

SEGHIZZI 2022

ABBONATEVI A NUOVA INIZIATIVA ISONTINA !!!

STORIA

DOMENICO RIZZATTI - CRONACHE DI GUERRA E PRIGIONIA

STORIA

DOMENICO RIZZATTI - CRONACHE DI GUERRA E PRIGIONIA

STORIA

Dante, Ascoli e i testimoni di confine

EVENTI E MANIFESTAZIONI

Concerto organizzato dall'Associazione "Seghizzi" - Sabato 4 settembre alle ore 20.30 nel Giardino di Palazzo De Grazia, in via Oberdan 15 a Gorizia

STORIA

Venerdì 7 maggio 2021, ore 16.00 Presentazione del libro "Storie di preti isontini internati nel 1915" - Segui l’evento su www.setemane.it

ARTE E CULTURA

L'archivio Etnotesti dell'Università di Udine - Il Fondo Celso Macor

PERSONALITÀ

Quasi 200 le persone assistite dalla Caritas nel segno di Don Renzo

POLITICA

Dichiarazione del Presidente Mattarella per il 160° anniversario dell'Unità d'Italia

PERSONALITÀ

Marco Martina ricorda don Renzo Boscarol

PERSONALITÀ

L'ultimo addio a don Renzo Boscarol, un bisiac bisiac fra i primi nel regno di Dio

PERSONALITÀ

Vite donate. Gorizia piange don Lorenzo Boscarol, giornalista «con la schiena dritta»

PERSONALITÀ

Don Renzo, un sacerdote amico e un maestro di vita

PERSONALITÀ

Don Renzo Boscarol nella Luce del Risorto

STORIA

Ristampato il libro di Medeot "storie di preti isontini internati nel 1915

POLITICA

Firma la petizione - Appello alla Politica e alla Società civile

POLITICA

verita' per Giulio Regeni

POLITICA

Gorizia e Nova Gorica capitale europea della cultura 2025 - Michele Martina

POLITICA

Gorizia e Nova Gorica capitale europea della cultura 2025

POLITICA

Annotazioni culturali e memorie politiche sul Goriziano storico, all’inizio del 2021, sulla CITAZIONE DEL PRESIDENTE MATTARELLA SU NOVA GORICA - GORIZIA, definite DUE CITTA’ - UNICA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA NEL 2025


► HOME
CHI SIAMO
► Storia, Finalità e Attività
► Direttivo
► Sostenitori
► ARCHIVIO PUBBLICAZIONI
NEWS E DOCUMENTI
► Articoli e notizie
► Documenti, cataloghi, brochure
► GALLERIE FOTOGRAFICHE
► EVENTI
CONTATTI
► Comunica con noi
► La nostra newsletter
► Privacy policy
► Cookie Policy

Nuova Iniziativa Isontina
Rivista edita dal Centro Studi Sen. Antonio Rizzatti
Via Seminario n.7 - 34170 GORIZIA
00450070313
info@nuovainiziativaisontina.it

Leggi la nostra Privacy Policy e la nostra Cookie Policy
Questo sito fa uso di cookie tecnici e di cookie di terze parti legati alla presenza dei plugin di social media (Facebook, Twitter, Youtube) e NON utilizza cookie di profilazione. Per maggiori dettagli leggi l'informativa estesa facendo clic sul link seguente: Cookie Policy. Continuando la navigazione si acconsente all'utilizzo dei cookie. Per chiudere questo pannello fai clic sul pulsante di chiusura.
Questo sito fa uso di cookie tecnici e di cookie di terze parti legati alla presenza dei plugin di social media (Facebook, Twitter, Youtube) e NON utilizza cookie di profilazione. Per maggiori dettagli leggi l'informativa estesa facendo clic sul link seguente: Cookie Policy. Continuando la navigazione si acconsente all'utilizzo dei cookie. Per chiudere questo pannello fai clic sul pulsante di chiusura.