Vivo all’estero e apprendo dalla stampa che il Consiglio comunale di Gorizia ha respinto la proposta di conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. Da goriziana doc, desidero manifestare il mio dissenso e spiegare perché, a mio avviso, le proposte alternative (quella di conferire la cittadinanza all‘UCEI e quella di consegnare alla senatrice il sigillo della città) non equivalgano a quella originaria. Innanzi tutto, la cittadinanza, in quanto prerogativa appunto del cittadino, trae la sua essenza dal fatto di essere conferita ad personam, a un individuo con un nome, un volto, una biografia ben riconoscibili: conferirla a un gruppo di persone, a un ente o a un’associazione significa spersonalizzarla, concedendola a tutti e quindi in fondo a nessuno di preciso, e dunque snaturarla. Una scelta di questo tipo favorisce la creazione di categorie („gli ebrei“) e la diffusione di stereotipi, perciò non unisce ma divide. Ricordo, inoltre, che spersonalizzare era il primo principio applicato dai nazifascisti nei confronti di tutti i deportati: sostituire il nome con un numero per procedere alla disumanizzazione. Davvero il nostro Comune vuole avvicinarsi a queste posizioni? Conferire la cittadinanza a una sopravvissuta della Shoah e non genericamente a „comunità“, avrebbe consentito, invece, di prendere chiaramente le distanze. Sulla stampa leggo poi le seguenti parole del sindaco: „Perché onorare la Segre oggi e non sei mesi fa?“ La risposta è semplice: perché ora si è reso necessario assegnare alla senatrice una scorta, a causa degli insulti e delle minacce ricevuti via web, e dunque ora è il momento di reagire, di dire „Liliana tu sei una di noi, chi insulta e minaccia te, insulta e minaccia noi - e quindi dovrà vedersela con noi: noi siamo la tua scorta.“ Solo la cittadinanza, simbolo di inclusione e appartenenza, può trasmettere questa solidarietà, non un sigillo cittadino, per quanto antico e prestigioso possa essere. Desidero perciò affermare con forza la mia gorizianità e onorare la memoria delle vittime goriziane della Shoah dissociandomi dalla decisione del Consiglio comunale. Io scorto Liliana
Breve biografia dell'autrice la lettera:
Giulia de Savorgnani, nata e cresciuta a Gorizia, dove ha frequentato il Liceo classico. Ha studiato Lingue a Udine e a Regensburg. Laurea in Germanistica e Romanistica a Regensburg. Dottorato di ricerca conseguito presso la stessa università. Ha insegnato lingua e civiltà italiana alle Università di Passau e di Regensburg, opera attualmente presso l‘Istituto di Romanistica dell‘Università di Regensburg. Nel 2016 ha ottenuto il Premio per la Qualità della didattica conferito dal Libero Stato di Baviera. È, inoltre, formatrice di insegnanti nonché autrice di numerosi manuali e materiali didattici per l‘insegnamento dell’italiano come lingua straniera